Di seguito il documento che i Presidenti degli ATC della Toscana, con l’unica esclusione di Lucca, hanno consegnato il giorno 27 all’Assessore Remaschi.
ATC e Regione Toscana: Ultima Chiamata!
Dicembre 2017
Non possiamo assistere passivamente ad uno snaturamento del ruolo degli ATC, sempre meno organi di gestione reale del territorio a fini venatori, sempre più para-uffici pubblici, immersi in un confuso quadro normativo, soggetto a sistematiche interpretazioni che raramente sono autentici tentativi di chiarezza, per lo più conferme che la Regione dà, delle proprie norme, a prescindere dalla fondatezza dei rilievi sollevati, dei dubbi rappresentati.
Purtroppo, negli ATC, Comitati molto snelli, strutturati per gestire, portando a sintesi i molteplici interessi che ne connotano la stessa composizione, ormai si vive di continue incertezze e anche inadeguate formalità che limitano l’autonomia gestionale -come la mancata nomina dei Revisori dei Conti da parte del Consiglio Regionale- e la cessata efficacia, d’un colpo, di tutti i Regolamenti Provinciali preesistenti, cassati dall’art. 99 del Regolamento 48/2017, senza che la Regione abbia ancora provveduto ad emanare nuove norme regolamentari .
Questa diffusa, perdurante e strisciante situazione di piccole e grandi illegittimità operative, inficia la possibilità di cogliere le sfide gestionali più ardite, scritte sulla carta, ma spessissimo difficili ad essere progettate e applicate, peraltro con risorse scarse, insufficienti e decrescenti.
Ma è anche un mutamento genetico quello che si è prodotto: ormai una crescente preoccupazione circa la sicurezza o meno di generare atti legittimi e prevalenza di tempo da dedicare a questioni formali, continue richieste di pareri legali e ormai una sequela di pronunciamenti giurisprudenziali che, non approdando a coerenze utili ai fini della natura giuridica di queste Associazioni, finiscono per esaltarne le contraddizioni.
Questa è la prima denuncia che i Presidenti intendono fare per un assetto che complessivamente non riesce a trovare un equilibrio, come dimostrano i casi di Commissariamento in 5 ex ATC Provinciali su 9.
Tra le cause di questa situazione, a nostro avviso, c’è la sottovalutazione che la Regione sta facendo dal punto di vista giuridico e insieme la pretesa di condurre a uniformità un quadro storicamente determinato, condito dalla palese tendenza a considerare gli ATC degli uffici regionali, magari da redarguire, ovvero delegittimare nel loro operato: d’altronde quando il Coordinamento dei Presidenti, il 5.10.2017, ha proposto all’Assessore e al Dirigente una “AGENDA ATC” con un tavolo di lavoro settimanale sui principali e via via urgenti temi, con finalità tecniche, non certo per ingerirsi nelle rispettive autonomie, offriva competenze e collaborazione.
In questo senso è esemplificativo il fatto che al Coordinamento degli ATC Toscani siano stati richiesti da tempo due nominativi, prontamente comunicati, per il tavolo sulla CUC Regionale e che ad oggi non siano mai stati convocati .
Se non si organizza una unità operativa regionale che pianifica gli incontri, assume o propone temi, si confronta tecnicamente, quindi formula soluzioni per gli ATC, non possiamo mai uscire dalla crescente precarietà che finirà, in breve tempo, per esplodere e far diventare politicamente determinante, ciò che è ancora annoverabile nella dimensione tecnico-giuridica.
Gli argomenti di una utile agenda:
1 – natura giuridica pubblicistica: applicazione delle norme previa definizione di procedure codificate, istruttoria dei quesiti e loro definizione;
2 – natura giuridica privatistica: definire indirizzi, ambiti e limiti di autonomia, per evitare eccessive divaricazioni che, nel tempo, potrebbero verificarsi;
3 – riordino di funzioni nella gestione del territorio: l’impianto attuale è quello di una rarefazione degli istituti pubblici per riprodurre e irradiare la piccola e pregiata fauna stanziale sui territori circostanti. L’esplosione degli ungulati impatta su questo assetto gestionale del territorio fino a contraddirne le vocazioni. Inoltre la disarticolazione di competenze tra vari Uffici ed ATC, circa la gestione di AFV e AAFV nonchè per le procedure di presidio efficiente delle pratiche di controllo, secondo l’art. 37, complica la visione di insieme delle buone pratiche gestionali e, come dimostrato, porta a esplosione dei danni alle colture, per il continuo formarsi di sacche di concentrazione degli ungulati;
4 – Nomina urgente del Revisore dei Conti: Organi statutari degli ATC e, nelle more, criteri uniformi per la chiusura dei bilanci (es. natura tributaria del 10% da versare alla Regione, anche ai fini di determinare le varie percentuali si spese ammissibili, modalità per la definizione di “cacciatori iscritti”, etc.);
5 – Centrale Unica di Committenza: tema di grande attualità, constatato che gran parte degli ATC, per operare nell’urgenza di incarichi scaduti o in scadenza, hanno già provveduto a convenzioni con strutture di committenza pubbliche, peraltro a costi irrisori.
6- Linee Guida e Perizie danni: con l’approvazione dei vari provvedimenti sono venuti meno i regolamenti provinciali che definivano la materia. Il PRAF è stato depotenziato a favore di altri strumenti regionali quali il Piano di Sviluppo Regionale ed il Piano di Sviluppo Rurale. Crescono i danni in tutti gli ATC Toscani, particolarmente nelle aree a forte e pregiata vocazione vitivinicola, a fronte della riduzione degli introiti che i medesimi ATC incassano dai cacciatori iscritti.
Essendo spesso i medesimi oggetto di considerazioni lesive circa il ruolo dei periti estimatori, occorre che la
Regione Toscana elabori, al fine di uniformare procedure, tempi e metodologie, ivi incluse fonti certe per la determinazione dei prezzi dei prodotti agricoli, per tutti gli ATC e per l’intero territorio toscano (vorremmo dire anche per Parchi e Riserve Naturali) delle LINEE GUIDA, anche per le prevenzioni, ancor prima che sul rilevamento, stima, accertamento e liquidazione dell’indennizzo. A tal fine le LINEE GUIDA dovrebbero fare pernio su: introduzione dell’obbligo di progettare opere di prevenzione contestualmente alla progettazione di strutture (allevamenti , piantagioni come vigneti, frutteti, oliveti, orticole) supportando con finanziamenti del PSR 2014-20 e/o Assicurazione del rischio mediante polizza collettiva regionale agevolata.
Può essere disposta dalla Regione l’istituzione di un albo regionale dei periti estimatori dei danni da fauna selvatica, opportunamente formati e periodicamente aggiornati, all’interno del quale gli ATC individuano i
periti da incaricare, sull’esempio di quanto fanno i tribunali per gli albi dei CTU.
7 – compensi ai Presidenti eletti tra i designati dal Consiglio Regionale: l’inadeguatezza della norma ha generato una contraddizione insopportabile. Non potendo essi percepire alcuna indennità, l’unico compenso mensile è il gettone di presenza del solo Comitato, circa 30-60 euro lordi (1-2 sedute mese). Serve una revisione della norma.
8 – Vigilanza Venatoria: l’argomento ha varie complessità, tuttavia è indubbio che la gestione del territorio a fini di esercizio dell’attività venatoria, senza una adeguata, sistematica e determinata vigilanza verso la popolazione dei cacciatori e in primis contro il bracconaggio e senza un presidio diffuso, ben oltre gli Istituti Pubblici, dell’intero singolo ATC, è pressochè vana o comunque con elevati livelli di inefficacia.
Il Coordinamento dei Presidenti ATC Toscani, Doddoli Giovanni ( FI ) , Vivarelli (SI) e Corsini (LI)
Hanno contribuito all’elaborazione e condiviso, i seguenti Presidenti ATC: Borgioli (FI), Cassioli (SI), Ciampini (PI), Damiani (PT), Donnini (GR), Innocenti (GR), Ladurini (PI), Magnanini (AR), Masala (AR), Merlini (MS), Simoni (LI)