Testo integrale dell’intervento del Coordinatore Roberto Vivarelli su La Nazione del 18 novembre 2020.
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Gli ATC Toscani, oltre alla perdita di giornate di caccia in tutte le forme di attività venatoria, rilevano con preoccupazione l’allontanarsi dell’obiettivo di realizzare i piani di prelievo delle varie specie di ungulati, cinghiale in primis. Temiamo, se dovesse persistere la permanenza della Toscana in “zona rossa” un lievitare di danni da parte di cinghiali e altri ungulati alle nostre colture di grande pregio, cereali e comparto vitivinicolo.
Ogni anno nella Provincia di Siena vengono abbattuti circa 17mila cinghiali, 8mila caprioli, mille daini e 450 cervi. In tutta la Regione sono circa 90mila i cinghiali abbattuti annualmente nelle varie forme di caccia, numeri consistenti che, se disattesi in caso dovesse perdurare uno stop alla caccia causa Covid-19, comporterebbero un vero disastro.
Ci rendiamo conto responsabilmente che i problemi che sta attraversando il nostro Paese sono enormi, vogliamo solo far presente quello che potrebbe succedere in termini di danni all’agricoltura se perdurasse lo stop alle attività venatorie. Di questi temi ne ho parlato, in veste di coordinatore regionale degli ATC toscani, con il Presidente Giani quando eravamo in “zona arancione” chiedendogli un provvedimento che consentisse l’attività venatoria all’interno del proprio ATC e non limitandola al solo comune di residenza. Avremo anche modo di incontrare nei prossimi giorni l’Assessore Saccardi che sin dai primi giorni si è dimostrata sensibile a questi temi.
Si renderà pertanto necessario concertare possibili azioni comuni con tutte le associazioni interessate (venatorie ed agricole) e la Regione Toscana.
Roberto Vivarelli
Coordinatore ATC della Toscana
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